domenica 30 marzo 2008

PERIODIZZAZIONI

La periodizzazione continua a costituire una delle più grandi sfide per il lavoro dello storico. In effetti, lo sforzo di periodizzare risponde ad un profondo bisogno esistenziale: quello di portare un ordine nelle coordinate spaziali-temporali che definiscono le condizioni della nostra esperienza di vita. Andando al di là della scansione temporale convenzionale (partizioni di cento anni che iniziano o finiscono con un doppio zero), per lo storico la periodizzazzione implica una definizione di quelle che appaiono plausibili cesure dello sviluppo e coincide con il sostenere la rilevanza di certi fenomeni storici indicando la data in cui emersero e il momento successivo in cui cessarono di orientare l'azione storica.
Il '900 è stato un secolo così pieno di accadimenti da essere difficilmente racchiuso in una definizione o in un giudizio di valore, pertanto bisogna tenere presente che a seconda delle prospettive privilegiate prese in considerazione si avranno determinate periodizzazzioni le quali non arriveranno per forza a coincidere tra loro e saranno tutte equivalentemente valide.
Ed è in questo contesto che bisogna inserire la periodizzazione proposta da Hobsbawm che considera il '900 un secolo breve che va dalla crisi del '14-18 al crollo dei regimi comunisti tra il 1989 e il 1991. E' evidente che per lui l'evento fondamentale del 900 sia l'ascesa e la discesa del progetto socialista. La sua ipotesi è stata estremamente persuasiva e ha riscontrato notevole successo, ma, a mio parere, è fondamentale non sacralizzarla e invece confrontarla con altre ipotesi.
("..La storia complica la nostra conoscenza del passato;la commemorazione la semplifica, poichè il suo obbiettivo più frequente è di procurarci degli idoli da venerare e dei nemici da aborrire. La prima è sacrilega, la seconda è sacralizzante.." Tzvetan Todorov)

Charles S. Maier, direttore del Center for European Studies presso la Harvard University, sostiene in maniera alternativa ad Hobsbawm che il '900 sia in realtà un secolo lungo: un' epoca che avrebbe avuto inizio alla fine degli anni cinquanta dell'800 e sarebbe terminata alla fine degli anni sessanta e l'inizio degli ottanta del '900. Evidentemente egli si è approcciato al '900 prendendo in esame un aspetto diverso da Hobsbawm ossia i grandi mutamenti riguardanti l'organizzazzione del territorio, le strutture sociali e l'introduzione del tecnologico nello sviluppo economico.

Leonardo Paggi, docente di Storia Contemporanea presso la Facoltà di Economia dell'Università di Modena, è colui che difende l'ipotesi del '900 come di un secolo spezzato: pensa unitariamente il periodo storico 1870-1945 e ritiene che il vero punto di rottura siano le modalità del passaggio dall'età della catastrofe all'età dell'oro.

Luisa Mangoni, che ha insegnato Storia contemporanea nelle Università di Trieste, Venezia e Trento, muovendosi sul piano della storia della cultura, giunge alla conclusione che il '900 è insieme lungo e brevissimo: lungo, se lo si fa iniziare dalla crisi di cui si acquisisce consapevolezza nella seconda metà dell'Ottocento; brevissimo, se si considera la svolta degli anni trenta.

Roberto Maiocchi, docente di Storia della scienza presso la Facoltà di Lettere dell'Università cattolica di Milano, seguendo la prospettiva dell'evoluzione scientifica, ritiene che il '900 sia segnato fondamentalmente da un evento ossia la nascita della bomba atomica. Essa ha un forte valore periodizzante perchè altera il rapporto fra la scienza pura, la scienza applicata, la tecnologia, portando al punto massimo la creazione del sistema militare-industriale.

Questi sono solo alcuni esempi di altre ipotesi di periodizzazzione in alternativa a quella di Hobsbawm, ovviamente ne esistono molte altre. ( A proposito, si può far riferimento a "Novecento. I tempi della storia" a cura di Claudio Pavone)

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